Marmi: struttura, classificazione, proprietà

I marmi sono una rocce molto apprezzate per l’aspetto estetico, la capacità di essere lucidati e la resistenza alla maggior parte degli agenti atmosferici. Hanno una varietà di usi e utilizzati in tutte le civiltà per gli usi più svariati dalla scultura all’architettura. Questo materiale è disponibile in una varietà di texture a seconda della sua composizione e dalla sua genesi.

Da un punto di vista petrografico i marmi  derivano dalla trasformazione strutturale dei calcari di origine sedimentaria, in seguito a pressioni, attriti e calore.  Da un punto di vista commerciale, viene definito marmo qualsiasi pietra che presenti le caratteristiche salienti del marmo  propriamente detto, e cioè la versatilità ad essere scolpito, levigato e lucidato, ad essere ridotto in blocchi e lastre.

Struttura saccaroide

Il marmo è il tipo di roccia metamorfica che si forma da calcare e dolomite, in determinate condizioni di calore e pressione. Il metamorfismo è il complesso delle reazioni chimico-fisiche allo stato solido con le quali una roccia si adegua ad un nuovo ambiente ovvero a nuove condizioni di pressione e temperatura. Il marmo quindi, come tutte le rocce metamorfiche, deriva dalla ricristallizzazione su vasta scala di calcari preesistenti che ha dato luogo a una struttura microcristallina; come si può rilevare dalle immagini al microscopio su una superficie fratturata di recente, presenta una grana fine con piccoli cristalli orientati a caso e saldati, con un aspetto che ricorda quello del più comune zucchero, il saccarosio e perciò la struttura del marmo è anche definita saccaroide.

I marmi, dal punto di vista chimico, sono costituiti da carbonato di calcio ad alto grado di purezza;  come tutte le rocce calcaree vengono corrose dagli acidi. Attualmente, a causa del progressivo inquinamento dell’aria, cui segue il fenomeno delle piogge acide, le strutture, le decorazioni e le statue di marmo e di travertino subiscono danni irreparabili: la reazione tra carbonato e un acido è la seguente:

CaCO3 + 2 H+ → CaO + H2O + CO2

Se una sostanza acida come, ad esempio, una goccia di limone, cade sul marmo della cucina è inutile cercare di eliminare quella macchia biancastra che si forma  nel punto di contatto: il calcare si è trasformato infatti irreversibilmente in monossido di calcio.

Classificazione

Una classificazione dei marmi è solitamente effettuata sulla base del colore che può interessare l’insieme della superficie oppure soltanto le venature, ma anche altri criteri di classificazione sono invalsi nell’uso, quali la specificazione del tipo di fossile che ha contribuito a originare il primo giacimento dal quale il marmo si è poi originato. Si parla pertanto di marmi ammonitici, nummulitici ecc. il colore del marmo è determinato da impurezze inglobate.

Tabella

Vengono riassunte nello schema le più note varietà commerciali di marmi:

Marmi bianchi Il più importante è il marmo di Carrara che, se è purissimo viene detto statutario; il marmo bianco con venature grigiastre viene detto venato.  Durante il Rinascimento fu il marmo utilizzato da Michelangelo per le sue sculture, il quale veniva a scegliere personalmente i blocchi con cui realizzare le proprie opere.
Marmi azzurri Presenti nelle cave della Toscana. Il colore è dovuto alla presenza di   sostanze carboniose  quali grafite, carbone e bitume
Marmi rossi Marmo di Verona e rosso Levanto. Il colore rosso è dovuto alla presenza di ossidi di ferro, come l’ematite Fe2O3
Marmi gialli Marmi di Siena e alcuni marmi siciliani come il rosone di Trapani e il giallo di Castronovo. Il colore giallo è dovuto alla presenza di ossidi di ferro
Marmi verdi Con il nome di marmo verde vengono indicate impropriamente le rocce serpentinose irregolarmente da vene bianche di calcare; verde Polcevera, verde Levanto, verde di Prato, verde di Cesana, verde Châtillon
Marmi neri Marmo nero venato di Muroglio perfettamente lucidabile e la cui colorazione è dovuta a ossidi di ferro
Marmi policromi Costituiti da frammenti calcarei tenuti insieme da cemento di anfibolo anch’essi colorati come le brecce di Serravezza e Stazzena

Composizione

La composizione del marmo varia a seconda della zona di ritrovamento e dalle impurezze presenti. Il marmo è costituito mediamente dalle seguenti sostanze:

1)      ossido di calcio CaO al 38-42%

2)      biossido di silicio SiO2 al 20-25%

3)      ossido di alluminio al 2-4%

4)      ossidi vari come Na2O e MgO all’1.5-2.5%

5)      carbonati vari al 30-32%

Caratteristiche fisiche

Caratteristiche fisiche del marmo

Durezza 3-4 della scala di Mohs
Densità 2.55- 2.7 Kg/cm3
Resistenza alla compressione 70-140 N/mm2
Modulo di rottura 12-18 N/mm2
Assorbimento di acqua Inferiore allo 0.5%
Porosità Bassa
Resistenza  alle condizioni climatiche Resistente

Il marmo continua ad affascinare anche in età contemporanea artisti ed architetti di tutto il mondo: da Adolfo Wildt a Mario Sironi e Arturo Martini, fino ad Henry Moore, Arturo Dazzi e Francesco Messina per le sue capacità espressive superiori a tutti i materiali nonostante il rapido incremento di nuovi composti  che per la loro praticità e la loro economicità lo hanno superato per diffusione.

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