Helicobacter pylori e urea breath test

L’helicobacter pylori è un batterio spiraliforme che si annida e si sviluppa elettivamente nel piloro ovvero nella porzione terminale dello stomaco. L’ematologo e patologo Giulio Bizzozero nato a Varese, ritenuto uno dei padri dell’istologia in Italia nel 1892 scoprì questo batterio ma  a questa scoperta non si diede risalto.

Tra l’altro non si riteneva possibile che tale batterio potesse insediarsi nello stomaco in quanto veniva ritenuto che le particolari condizioni di pH non ne consentissero la sopravvivenza.

Fu solo nel 1983 che due medici e scienziati australiano Robin Warren e Barry Marshall ( Premi Nobel per la medicina nel 2005) dopo aver isolato nuovamente il batterio compresero che l’helicobacter pylori potesse insediarsi nello stomaco instaurando un quadro infiammatorio che può degenerare in quadri patologici quali gastrite cronica, ulcera gastrica, ulcera duodenale e tumori dello stomaco.

L’helicobacter pylori infatti può sopravvivere nell’ambiente fortemente acido dello stomaco. Esso  contiene un enzima, l’ureasi che favorisce la produzione di ammoniaca.

 Quest’ultima  grazie alle sue proprietà basiche, innalza il pH con conseguente riduzione dell’azione battericida dell’ambiente gastrico.

Indagini diagnostiche e helicobacter pylori

La presenza di tale batterio può essere effettuata tramite:

  •    Esofagogastroduodenoscopia che è l’esame più affidabile in quanto permette la visione diretta della mucosa esofagea e gastrica e il prelievo di materiale e la ricerca del batterio. Tuttavia risulta essere una tecnica invasiva oltre che costosa.
  •   Ricerca dell’antigene fecale dell’helicobacter pylori HpSA. È un metodo immunoenzimatico indicato in pazienti pediatrici, nelle persone anziane e nei soggetti gastroresecati.  Tale metodo dà, tuttavia, falsi negativi nel 5-8% di casi ovvero il test risulta negativo nonostante la presenza del batterio
  •      Test sierologici che permettono di rilevare tipo e livello di anticorpi di classe IgG diretti contro antigeni batterici. Tale test presenta il limite costituito dal fatto che la caduta del tasso anticorpale, dopo la terapia è molto lenta e ciò impedisce una valutazione del risultato del trattamento.

Negli ultimi anni è prevalso il test del respiro detto UBT (Urea Breath Test) non invasivo e affidabile.

Reazione

In presenza dell’enzima ureasi appartenente alla classe delle idrolasi l’urea dà reazione di idrolisi dando come prodotti di reazione ammoniaca e anidride carbonica:

(NH2)2CO  + H2O → 2 NH3 + CO2

 Il test si basa sulla somministrazione di una compressa di urea marcata isotopicamente con 13C isotopo stabile non radioattivo o con 14C isotopo radioattivo. La tecnica del marcamento isotopico è molto diffusa sia in campo chimico per studiare  il meccanismo di una reazione chimica che in campo medico.

Se è presente l’helicobacter pylori dalla reazione si forma anidride carbonica marcata 13CO2  che entra in circolo ed è rilasciata dai polmoni.

Viceversa se l’helicobacter pylori non è presente l’urea non è idrolizzata ed è metabolizzata dallo stomaco. Dall’aria espirata non si riscontra la presenza di anidride carbonica marcata.

test urea
test urea

Campioni di aria espirata vengono quindi prelevati dopo circa 20 minuti dall’assunzione dell’urea ad intervalli regolari e, dall’analisi effettuata tramite uno spettrometro di massa, si misura l’eventuale anidride carbonica marcata presente. Un suo aumento è indice della presenza del batterio.

Il test non è invasivo ed è somministrabile a bambini e donne in gravidanza ed è ripetibile: infatti, se esso risulta positivo, il medico sottopone il paziente ad adeguata terapia dopo la quale è necessario ripetere il test per valutare se la terapia si è rilevata efficace e  l’helicobacter pylori eradicato.

Il test è fatto solo se il paziente non ha assunto di recente farmaci antisecretori capaci di ridurre l’attività ureasica dell’helicobacter pylori. In questi casi la negatività del test potrebbe significare solo una momentanea inibizione del batterio (clearance).

 

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