Fertilizzanti a casa e in giardino

I prodotti chimici più spesso usati da chi si dedica alla cura delle piante o del giardino sono i fertilizzanti e le sostanze per la difesa delle piante.

Per la crescita rigogliosa delle piante occorre che tutte le sostanze nutrienti siano disponibili in quantità sufficiente e in proporzione equilibrata; è inoltre necessario che il suolo sia in uno stato fisico tale da consentire un buon sviluppo delle radici e un favorevole assorbimento del nutriente. Il primo fertilizzante chimico fu il superfosfato di calcio, brevettato da John Bennet Lawes nel 1842

Fertilizzanti e composizione del terreno

Il terreno è formato da una parte solida organica ( humus, residui animali e vegetali) e inorganica (argilla, calcare, sabbia); una parte liquida costituita dall’acqua nella quale sono disciolti i sali minerali nutritivi che vengono messi a disposizione delle radici; e una parte gassosa rappresentata dall’aria necessaria all’ossigenazione delle radici.

I terreni sono costituiti da mescolanze in proporzione variabile dei componenti anzidetti. La percentuale con cui compare ciascun costituente può variare entro limiti piuttosto ampi.

Un terreno adatto alla coltura deve contenere una percentuale dei vari componenti compresa tra i seguenti limiti: humus 5-10%, argilla 10-20%, sabbia 60-80%, calcare 5-10%. Le caratteristiche chimiche, in particolare azoto, fosforo e potassio (macroelementi) sono fondamentali per lo sviluppo delle piante.

piante coltivate
fertilizzanti

Un’altra caratteristica chimica è il grado di acidità o di alcalinità del terreno dal quale dipende la capacità di assorbimento delle sostanze nutritive (potere di scambio). I caratteri fisici (tessitura e struttura)  determinano invece il movimento di acqua e aria nel terreno (porosità, capillarità, potere di imbibizione) e il grado di permeabilità. Anche se il terreno è abbastanza ricco di sostanze nutrienti la sua fertilità può risultare bassa se sussistono fattori che impediscono la formazione di humus.

Fattori importanti

Risulta soprattutto importante che:

1)      La struttura del terreno consenta una buona areazione e passaggio di acqua

2)      Il pH del terreno sia favorevole alla crescita delle piante

Il pH di un terreno, infatti, influisce in modo decisivo sulla disponibilità di sostane nutritive per le piante. La maggior parte delle piante coltivabili preferisce un pH neutro (pH=7) o lievemente alcalino (pH = 6.5).

In condizioni diverse da queste esiste il pericolo che le sostanze nutritive, anche se presenti in quantità sufficiente, siano “legate” al terreno, cioè non possano essere assorbite dai vegetali. Generalmente i terreni sono acidi o diventano acidi nel corso degli anni dal momento che il calcare e il magnesio, come anche altri componenti basici, vengono dilavati via dal terreno e che le piante stesse, nel loro sviluppo, rilasciano dalle radici sostanze acide.

Piante nanobioniche dal MIT-chimicamo
Piante

Il metodo più comune per riportare il suolo al pH corretto consiste nell’aggiungere calcare e altri correttivi. Quando si impianta per la prima volta un giardino è consigliabile richiedere l’analisi del terreno e del suo pH e farsi suggerire la quantità e la qualità di correttivo che è necessario aggiungere. Le caratteristiche chimiche del terreno sono fondamentali per lo sviluppo delle piante.

Elementi minerali dei concimi

Con la concimazione si crea una disponibilità di nutrimento mancante o presente nel terreno ma non utilizzabile. Le piante verdi necessitano per la loro attività vitale di elementi minerali. Di questi i più importanti sono:

I primi tre costituiscono la parte preponderante dei fertilizzanti artificiali. Sono essenziali anche tracce dei cosiddetti microelementi e cioè ferro, boro, manganese, rame, molibdeno, zinco, cobalto, cloro. La concimazione del terreno è particolarmente importante in tre momenti colturali:

  1. Nell’allestimento iniziale
  2. Quando si evidenziano carenze nutritive nelle piante
  3. Nell’ambito della concimazione ordinaria soprattutto nel periodo della crescita

Quando uno o più elementi necessari all’alimentazione delle piante non sono presenti in quantità sufficienti si manifestano fenomeni di carenza nutrizionale che, almeno in parte sono riconoscibili dall’attenta osservazione delle singole piante e del generale stato colturale.

Macroelementi

Se le alterazioni si manifestano sulle foglie più vecchie uno dei macroelementi ( azoto, fosforo, potassio) è carente, mentre se si manifestano inizialmente sulle fogli più giovani l’elemento mancante è uno tra ferro, zinco, calcio, boro, rame.

Quanti non hanno conoscenze specialistiche sull’argomento dovrebbero usare fertilizzanti complessi all’azoto- fosforo-potassio ( fertilizzanti NPK). Sono molto utili quei prodotti che contengono un componente azotato ad azione prolungata e sali di magnesio. Esistono inoltre un gran numero di fertilizzanti concepiti in modo specifico per determinate famiglie o generi di piante.

Poiché le piante da vaso vivono con poca terra necessitano di frequenti e abbondanti somministrazioni di sostanze nutritive specie nel periodo della crescita, dalla primavera all’autunno. Tra gli elementi contenuti nei concimi complessi, l’azoto è molto importante per lo sviluppo delle foglie, mentre il fosforo per quello dei fiori e dei frutti. Si rammenta che i fertilizzanti NPK commerciali presentano composizioni differenti. I dati numerici che li contraddistinguono hanno il seguente significato:

1)      Primo numero: contenuto di azoto

2)      Secondo numero: contenuto di fosforo (espresso come P2O5)

3)      Terzo numero: contenuto di potassio (espresso comeK2  )

4)      Quarto numero: contenuto di magnesio (espresso come MgO)

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