Gli evidenziatori sono un pennarelli inventati nel 1962 che utilizzano colori fluorescenti.
Un tempo quando si voleva evidenziare una parola o un periodo di un testo si usava sottolinearlo ma già da molti anni si preferisce l’uso dell’evidenziatore.
Evidenziare una parola chiave o una frase che comprende un concetto importante aiuta la loro memorizzazione e consente, nella ripetizione degli argomenti studiati, di riprendere le informazioni più importanti.
L’uso degli evidenziatori è così diffuso che anche con il computer è possibile evidenziare una parte del testo che si sta digitando. L’evidenziazione in word è l’equivalente elettronico di utilizzo di un evidenziatore per richiamare l’attenzione su una parte di un documento.
Nonostante siano passati tanti anni gli evidenziatori rimangono ancora popolari e Google Chrome offre agli internauti la possibilità di aggiungere un’estensione evidenziatore ai propri browser web.
Con il termine fluorescenza si indica l’emissione di luce da parte di una sostanza di riemettere le radiazioni elettromagnetiche ricevute a una lunghezza d’onda diversa.
In generale le sostanze colorate sono quelle sostanze capaci di assorbire una o più radiazioni dello spettro elettromagnetico percepibili dall’occhio umano e che costituiscono la luce visibile e riemettono le rimanenti le quali si compongono dando luogo alla formazione del colore che percepiamo. Ad esempio una sostanza appare gialla se è sottratta la radiazione blu, oppure appare blu se è sottratta la luce gialla.
Gruppi cromofori
Le molecole capaci di assorbire determinate radiazioni contengono gruppi detti cromofori come il gruppo etilenico, acetilenico, dienico, carbonilico, azoico, azometinico e chinonico che contengono uno o più siti di insaturazione.
Tuttavia mentre molte sostanze sono colorate non altrettante sono fluorescenti.
Gli inchiostri utilizzati negli evidenziatori assorbono sia nel campo della luce visibile che della luce ultravioletta. La luce ultravioletta ha un’energia maggiore rispetto alla luce visibile quindi gli elettroni presenti nei gruppi cromofori sono eccitati a uno stato di energia maggiore. Ricadendo dallo stato eccitato a quello fondamentale emettono l’energia assorbita sotto forma di luce. Questa ha generalmente una lunghezza d’onda maggiore rispetto a quella assorbita e che quindi ricade nel campo del visibile.

Un esempio di fluorescenza è fornito dalla lampada di Wood che emette radiazioni nel campo dell’UV e quindi non visibili all’occhio umano. Illuminando un materiale con essa si ottiene il fenomeno della fluorescenza sfruttata in molti ambiti tra cui:
- l’individuazione di macchie di liquidi organici non visibili a occhio nudo
- in campo medico per evidenziare infezioni da funghi e altre malattie della pelle.
Gli evidenziatori sono di vari colori tra i quali il più comune è il giallo in quanto non lascia macchie nelle fotocopie di un testo evidenziato. Sono comuni anche il verde, l’azzurro, l’arancione, il rosa e il rosso.
Inchiostri negli evidenziatori
Per ottenere tali colorazioni si usano particolari inchiostri:
- giallo si usa la piranina C16H7Na3O10S3 appartenente alla famiglia degli aril solfonati. È usata, in alternativa, anche la fuoresceina C20H12O5.
- verde si usa un inchiostro costituito da pirene, idrocarburo policiclico aromatico costituito da quattro anelli benzenici condensati avente formula C16H10 e da trifenilmetano (C6H5)3CH.
- arancione si usa lo xantene, composto eterociclico C13H10O precursore di una classe di coloranti denominati xantenici a cui appartiene la fluoresceina, e la cumarina C9H6O2 appartenente alla classe dei benzopironi.
- azzurro si usa il trifenilmetano insieme a sostanze schiarenti come derivati anionici dello stilbene.
- rosa si usa la rodamina C28H31ClN2O3 che è peraltro utilizzata in campo istologico.
- rosso si usa la rodamina e il trifenilmetano.
Il colorante costituisce in genere solo il 5% dell’inchiostro. La rimanente parte è costituita da glicole etilenico, acqua e un biocida necessario a prevenire la proliferazione di funghi e batteri.