Calcoli renali: quando la chimica si trasforma in un nemico silenzioso

I calcoli renali, noti anche come calcoli nelle vie urinarie, sono masse solide formate da minerali e sali che si sviluppano all’interno dei reni o delle vie urinarie. Queste formazioni possono variare in dimensioni e composizione e possono causare dolore intenso quando si spostano attraverso il tratto urinario.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità circa tre uomini e due donne su venti,  soffrono di calcoli renali in diverse fasi della loro vita ma sembra che il riscaldamento climatico potrebbe aumentare tale rischio in quanto aumenta il rischio di disidratazione infatti essi si formano quando certe sostanze presenti nelle urine, come calcio, ossalato e acido urico, si concentrano in eccesso e non vengono adeguatamente diluite dai fluidi urinari. Uno studio randomizzato ha dimostrato che bere 2 litri di liquidi al giorno riduce di circa la metà la probabilità di recidiva dei calcoli.

Un altro fattore che potrebbe causare un incremento di casi è il cambiamento delle abitudini alimentari infatti una dieta ricca di proteine e zuccheri e povera di fibre, aumenta il rischio di calcolosi renale. In particolare, una dieta ricca di sodio può aumentare la quantità di calcio che il rene deve filtrare ed incrementare così il rischio di calcoli renali.

L’obesità, il diabete, l’ipertensione e la sindrome metabolica sono considerati fattori di rischio per la formazione di calcoli renali, che a loro volta possono portare coliche renali, infezioni dell’apparato urinario e, nel caso peggiore, a idronefrosi.

Composizione dei calcoli renali

I calcoli renali sono composti da cristalli e da una matrice organica onnipresente che non solo ricopre i cristalli ma è presente anche all’interno degli stessi e negli spazi intercristallini. La matrice contiene molte macromolecole come, ad esempio, l’osteopontina che è una glicoproteina acida fosforilata. La matrice contiene anche varie forme di lipidi, che hanno dimostrato di indurre la nucleazione dei cristalli.

ossalato di calcio

La classificazione dei calcoli renali viene fatta, in genere, sulla base della loro composizione. Quelli più comuni contengono lo ione calcio sotto forma di ossalato di calcio CaC2O4 che è il più comune ed è presente nel 75% dei casi e sotto forma di fosfato di calcio Ca3(PO4)2 che colpisce circa il 5% dei pazienti.

In circa il 10% dei casi è presente l’acido urico C5H4N4O3 mentre in circa il 10% dei casi è presente il fosfato di ammonio e magnesio MgNH4PO4 noto come struvite. Il tipo di calcolo meno diffuso è la cistina, un amminoacido solforato caratterizzato da formula molecolare C6H12N2O4S2 , che colpisce solo l’1% delle persone.

fosfato di calcio

A causa della presenza di ioni calcio nella maggior parte dei calcoli si consigliava di evitare alimenti che contengono una elevata quantità di questo ione come, ad esempio, i latticini.

Può essere sorprendente, ma i risultati degli studi clinici mostrano che le persone con calcoli renali di calcio non dovrebbero ridurre il calcio nella dieta ma consumare la dose giornaliera raccomandata corrispondente a 1 g/giorno per le donne di età inferiore ai 50 anni e gli uomini di età inferiore ai 70 anni, e 1.2  g/giorno per le donne di età superiore ai 50 anni e gli uomini di età superiore ai 70.

cistina

Ciò è dovuto al fatto che il calcio si lega all’ossalato nell’intestino impedendone l’assorbimento attraverso l’intestino e quindi c’è meno calcio nelle urine per formare i calcoli. Gli alimenti ricchi di ossalati come noci, spinaci, patate, tè e cioccolato possono aumentare la quantità di ossalato nelle urine.

Consigli utili

In caso di colica renale bisogna rivolgersi al proprio medico che consiglierà le terapie idonee e probabilmente gli opportuni esami diagnostici che possono essere una semplice e non invasiva ecografia o una TAC. Esami radiologici con i raggi X risultano essere spesso inconclusivi in caso di vicinanza dei calcoli con l’apparato scheletrico.

Inoltre sia la cistina che l’acido urico sono invisibili ai raggi X, cioè radiotrasparenti e pertanto non sono evidenziati. E’ opportuno, specie se si sono già presentate coliche renali o se si ha familiarità, evitare alimenti che contengono l’ossalato visto che i calcoli da ossalato sono i più comuni.

Quando il calcolo è piccolo spesso viene eliminato attraverso le urine e quindi, anche se è una pratica laboriosa, può essere utile dotarsi di un contenitore sterile ed una garza a maglie fini con la quale filtrare le urine per isolare il calcolo e farlo analizzare in modo che il medico possa consigliare l’alimentazione più opportuna.

Ciò che si può sempre consigliare è una idratazione abbondante possibilmente con acque ricche di calcio e povere di sodio e una limitazione all’assunzione di proteine animali

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