Abbronzanti artificiali: composizione

Gli abbronzanti artificiali sono sostanze che provocano sulla pelle una colorazione simile all’abbronzatura in assenza di esposizione solare.

Tali sostanze non colorano la pelle con pigmenti o altri coloranti, ma i loro componenti attivi reagiscono chimicamente con gli amminoacidi dello strato corneo, come la tirosina, formando un pigmento scuro. A parità di quantità di abbronzante artificiale adoperato l’intensità della colorazione varia da individuo a individuo a seconda della composizione degli amminoacidi della pelle.

Dopo 3-5 ore dall’applicazione, indipendentemente dal fatto che ci si trovi alla luce o al buio, comincia a formarsi il colore che permane per un periodo di 3-7 giorni e poi scompare lentamente in seguito al naturale ricambio dello stato corneo.

La profondità della colorazione dipende dallo spessore e dalla compattezza dello strato corneo: per tale motivo il palmo della mano e la pianta dei piedi si colorano in modo particolarmente intenso. L’abbronzatura artificiale può essere intensificata eseguendo molteplici applicazioni successive entro certi limiti. Al fine di ottenere un buon risultato evitando la formazione di chiazze colorate è importante applicare il prodotto in modo uniforme sulla pelle ben lavata.

A differenza dell’abbronzatura solare questo processo non accelera il processo di invecchiamento della pelle.  L’abbronzatura non può essere eliminata con un semplice lavaggio, ma richiede l’uso di mezzi meccanici come la pietra pomice o di acqua ossigenata. Le allergie che possono derivare dall’uso di questi prodotti non dipendono dai principi attivi contenuti, ma da additivi presenti come sostanze profumate.

E’ da tener presente che l’abbronzatura artificiale, al contrario di quella naturale non garantisce alcuna protezione dalla luce solare, infatti la pelle rimane sensibile alla luce esattamente come prima dell’applicazione del prodotto abbronzante. Solo se il preparato contiene anche agenti antisolari si ha un’azione protettiva.

Storia

Gli abbronzanti artificiali furono sviluppati negli Stati Uniti alla fine degli anni ’50 e giunsero sul mercato europeo nel 1960. Sono messi in commercio sotto forma di crema, gel a base acquosa, spray e soluzioni acquose alcoliche. Queste ultime rendono più difficile un’applicazione uniforme con un maggior rischio di macchie cutanee. La concentrazione di principio attivo in un abbronzante artificiale si aggira tra i 2 e il 3%. Mentre nelle emulsioni e nei gel sono presenti quantità 2 o 3 volte superiori. In genere i preparati commerciali presentano un pH lievemente acido ( 5.5-6.5) al fine di garantire una maggiore stabilità delle sostanze considerate. I prodotti non dovrebbero essere esposti a fonti di calore per evitare la decomposizione del principio attivo.

Nell’antichità erano usate sostanze che presentano reazioni analoghe  ovvero gli 1,4-naftochinoni come il 2-idrossiderivato (Henné) e il 5-idrossiderivato (Juglone contenuto nel mallo delle noci).

Composizione

Il principio attivo degli abbronzanti artificiali è il diidrossiacetone (1,3-diidrossi-2-propanone) OH-CH2CO-CH2-OH conosciuto come DHA appartenente alla famiglia dei carboidrati.
Esso reagisce con i gruppi amminici liberi delle proteine della pelle secondo la cosiddetta reazione di Maillard.

Dopo una serie complessa di reazioni si forma una sostanza colorante marrone e insolubile detta melanoide che tuttavia provoca una colorazione giallastra della pelle. Al fine di evitare tale fenomeno vengono aggiunte al preparato altre sostanze che reagiscono con le proteine cutanee formando altre sostanze tra cui l’allossano di formula  C4H2N2O4  di colore rosso e la ninidrina di formula C9H6O4  di colore blu.

E’ da sottolineare che un gruppo di studiosi dell’European Environment Agency ha lanciato un S.O.S. in relazione all’uso di tali prodotti ritenendo che essi possano interferire negativamente con la capacità riproduttiva aumentando la probabilità di infertilità e di favorire la comparsa di alcune forme tumorali.

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