Aspartame e ansia: metabolismo

Secondo recentissimi studi vi è una correlazione tra assunzione del dolcificante artificiale aspartame e l’ansia.
L’aspartame ha un potere dolcificante di circa 200 volte maggiore rispetto al saccarosio. In Europa ne è autorizzato l’uso entro determinati limiti (40 mg/kg di peso corporeo) in bevande, gomme da masticare, prodotti lattieri e di pasticceria, alimenti dietetici oltre che come edulcorante.

Esso è costituito da due amminoacidi ovvero l’acido aspartico e la fenilalanina la cui estremità carbossilica è esterificata con metanolo ed è pertanto un estere metilico di un dipeptide di due amminoacidi naturali.

Dalla sua scoperta risalente al 1965 l’aspartame ha sollevato molte polemiche sulla sua presunta pericolosità

Infatti dalla sua entrata in commercio nel 1981 l’utilizzo dell’aspartame è stato accompagnato da aspre polemiche in relazione alla presunta correlazione tra l’uso di aspartame e i tumori al cervello. Solo nel 1996 la FDA (Food and Drug Administration) ha rimosso le limitazioni sull’uso di tale dolcificante sebbene persistano ancora molte perplessità in relazione alla sua pericolosità.

Metabolismo

Dal metabolismo dell’aspartame si ottengono:

  • acido aspartico, un amminoacido non essenziale di tipo naturale
  • fenilalanina, contenuta nella maggior parte delle proteine animali e vegetali.

La fenilalanina e il precursore di un altro amminoacido, la tirosina, che partecipa alla sintesi di ormoni tiroidei e di molecole a funzione nervosa.

Dal metabolismo dell’aspartame si ottiene inoltre il metanolo, alcol che si trova nella frutta, nella verdura e nel vino. Dosi elevate di metanolo sono tuttavia tossiche pertanto tenendo conto che l’aspartame contiene circa il 10% di metanolo in peso ciò implica che se esso si aggiunge alla normale dieta in quantità elevate può provocare danni.

Pertanto le persone affette da fenilchetonuria devono evitare l’assunzione di aspartame. Queste persone mancano dell’enzima epatico fenilalalnina idrossilasi che converte la fenilalanina, in tirosina indispensabile per la sintesi di neurotrasmettitori cerebrali, melanina e ormoni tiroidei.

Usi

È utilizzato da diabetici o persone a regime alimentare controllato in una serie di prodotti alimentari senza zucchero tra cui:

  • bevande dietetiche
  • gomma da masticare
  • gelatine
  • gelati
  • cereali per la colazione
  • yogurt light

Si trova anche in farmaci, pastiglie per la gola, vitamine masticabili o gommose e, in genere, negli alimenti in cui vi è la scritta Diet o sugar free

La nuova scoperta: aspartame e ansia

Mentre sono ancora accese le polemiche tra studiosi relativi ai presunti rischi di cancro giunge la notizia di studi che correlano l’utilizzo dell’aspartame e l’ansia.

I ricercatori del Florida State University College of Medicine hanno collegato l’aspartame al comportamento ansioso nei topi.

Oltre a produrre ansia nei topi che hanno consumato l’aspartame, gli effetti si sono estesi fino a due generazioni dai maschi esposti al dolcificante.

Lo studio prevedeva di fornire ai topi acqua potabile contenente aspartame a circa il 15% dell’assunzione umana giornaliera massima approvata dalla FDA per 12 settimane. Nei topi è stato osservato, attraverso una varietà di test, un pronunciato comportamento ansioso.  Quando è stato somministrato il diazepam, un farmaco usato per trattare il disturbo d’ansia negli esseri umani, i topi hanno smesso di mostrare comportamenti correlati all’ansia.

Il dibattito su questa molecola è sempre aperto e si auspica che studi indipendenti possano dare un parere definitivo

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