Polivinilacetato: sintesi, usi

Il polivinilacetato è un polimero vinilico ottenuto per polimerizzazione dell’acetato di vinile. Nel 1912 il chimico tedesco Fritz Klatte pioniere della chimica dei polimeri ottenne per la prima volta il polivinilacetato

Proprietà

È un polimero amorfo solubile in chetoni, metanolo, idrocarburi aromatici e acetato di butile mentre è poco solubile in acqua, etere di petrolio, etere etilico, trementina.

Si rammollisce ad una temperatura tra 30 e 45°C, è stabile alla luce e all’ossigeno e agli agenti atmosferici. Diventa fragile al di sotto della sua temperatura di transizione vetrosa che è di circa 305 °C
È combustibile e quando brucia emette una fiamma gialla dall’odore di acido acetico

Sintesi

Il polivinilacetato può essere ottenuto tramite polimerizzazione in massa, in soluzione, in sospensione o in emulsione. A livello industriale viene ottenuto per polimerizzazione in emulsione secondo un meccanismo radicalico in presenza di perossidi quali iniziatori a partire dall’acetato di vinile:
n CH2=CH-O-COCH3 → -[CH2-CH]n– O-COCH3

Reazioni

Il polivinilacetato dà luogo alle stesse reazioni tipiche dei gruppi funzionali presenti nel monomero. Pertanto dall’idrolisi del polivinilacetato in ambiente alcalino si ottiene alcol polivinilico a seguito dell’attacco dello ione OH al gruppo carbonilico

Usi

Il polivinilacetato è prevalentemente utilizzato nella colla vinilica costituita da una dispersione di polivinilacetato in acqua utile per incollare superfici porose.

È spesso preferito ad altri tipi di adesivi a causa del suo basso costo, buona stabilità alla luce e resistenza all’ingiallimento.

È anche usato come additivo nella malta, nella legatura adesiva di libri e come componente resinoso delle vernici al lattice

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