Solfonammidi: preparazione, usi, proprietà

Le solfonammidi sono ammidi degli acidi solfonici e rappresentano una classe molto importante di composti organici contenenti il gruppo funzionale – S(=O)2-NH2. La formula generale è RSO2NH2 dove R è un radicale alifatico o aromatico: ad esempio la formula della metansolfonammide è CH3SO2NH2.

Preparazione

Le solfonammidi si preparano in svariati modi tra cui quello per reazione fra solfocloruri e ammoniaca:

ArSO2Cl + 2 NH3 ArSO2NH2 + NH4Cl

Ad esempio il benzosolfocloruro reagisce con l’ammoniaca dando la benzosolfonammide secondo la reazione:

C6H5– SO2-Cl + 2 NH3 → C6H5– SO2-NH2 + NH4Cl

Proprietà delle solfonammidi

I protoni –NH delle solfonammidi sono notevolmente più acidi di quelli delle carbossiammidi, essendo il gruppo solfonico ArSO3 un gruppo più efficace nel facilitare il distacco del protone del gruppo acilico R-CO.

Esse si sciolgono in soluzioni acquose di idrossido di sodio o di potassio:

C6H5– SO2-NH2 (insolubile in acqua) + OH → C6H5– SO2-N H(solubile in acqua) + H2O

I sulfamidici furono impiegati all’inizio del ‘900 come coloranti per la lana. Solo nel 1935 fu riconosciuto il loro valore terapeutico e furono somministrati per la cura delle infezioni batteriche.

Le solfonammidi in cui R è un radicale aromatico hanno un’azione antibatterica in quanto inibiscono il metabolismo cellulare. Tale classe di farmaci di origine sintetica era usata nel trattamento di infezioni e, sebbene siano state ampiamente utilizzate nel passato, il loro uso è andato diminuendo. L’avvento di antibiotici ad ampio spettro, come le penicilline e le cefalosporine soppiantò le solfonammidi nonostante siano ancora molto valide per il loro basso costo, alta efficacia intrinseca e bassa tossicità. Sono abitualmente somministrate sotto forma di sale sodico onde aumentare la loro solubilità in acqua.

Acidità 

L’acidità delle solfonammidi ha una forte influenza sulla loro attività farmacologica. Esaminando, infatti, una serie di sulfamidici si è rilevato una aumentata attività nei composti con un pKa compreso tra 6 e 7.5 e cioè quando esso è approssimativamente uguale al pH fisiologico. In tal caso il farmaco si trova per circa il 50% in forma dissociata e pertanto si è ipotizzato che esso penetri nella cellula batterica in forma non ionizzata mentre l’azione antibatterica  sarebbe dovuta alla forma ionizzata.

Usi

Hanno indicazioni nelle infezioni del tratto urinario, nell’otite, nella bronchite cronica e nella diarrea del viaggiatore.

Ad oggi sono stati sintetizzati circa 15000 derivati e si sono ottenuti molti farmaci utili spesso in associazione con altri:

  • nella terapia della toxoplasmosi
  • nel trattamento della malaria
  • nella terapia della colite ulcerosa
  • nella terapia delle ustioni.

Ai sulfamidici sono sensibili i cocchi (strepto-, pneumo-, meningo- stafilo-, entero-, gonococchi) e alcune forme bacillari

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