L'acido cromico ha formula H2CrO4, si presenta come un solido cristallino di colore rosso scuro in cui il cromo ha numero di ossidazione +6.
La struttura dell'acido cromico è rappresentata in figura
Sintesi
È spesso generato in situ per reazione del cromato di potassio o di sodio con acido solforico, del bicromato di potassio o di sodio con acido solforico o per reazione dell'ossido di cromo (VI) con acqua.
Può essere ottenuto:
- dalla reazione tra l'ossido di cromo (III) e l'acqua secondo la reazione:
Cr2O3 + H2O → H2CrO4
- dalla reazione tra bicromato di sodio o di potassio con acido solforico secondo la reazione:
K2Cr2O7 + H2SO4 → H2Cr2O7 + K2SO4
L'acido bicromico ottenuto reagisce con l'acqua per dare acido cromico secondo la reazione:
H2Cr2O7 + H2O → 2 H2CrO4
Dissociazione
Come l'acido solforico, l'acido cromico è forte nella prima dissociazione . Tuttavia è difficile determinare la costante di equilibrio in quanto l'acido idrogeno cromico tende a dimerizzare a bicromato secondo l'equilibrio:
2 HCrO4– ⇄ Cr2O72- + H2O
Inoltre lo ione dicromato può protonarsi secondo l'equilibrio:
Cr2O72- + H+ ⇄ HCr2O7–
Usi
È noto come reagente di Jones quando è presente in una soluzione acquosa di acido solforico e acetone, è utilizzato quale agente ossidante. Esso infatti è in grado di ossidare gli alcoli primari ad aldeidi, gli alcoli secondari a chetoni e le aldeidi ad acido carbossilici
L'acido cromico presente nella miscela cromica ottenuta mescolando bicromato di potassio e acido solforico viene utilizzato per la pulizia della vetreria di laboratorio.
L'uso del cromo esavalente sia sotto forma di acido cromico che di cromati e bicromati viene adoperato nei processi di cromatura dei metalli.
È utilizzato per la conservazione del legno, negli smalti ceramici e nei vetri colorati.