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Home Chimica

Spettroscopia visibile-U.V. Generalità

di Chimicamo
3 Luglio 2021
in Chimica, Chimica Analitica
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spettroscopia visibile-chimicamo

spettroscopia visibile-chimicamo

La Spettroscopia visibile-U.V. studia gli spettri di assorbimento di molecole nella regione compresa tra circa 200 e 700 nm.

La Spettroscopia visibile-U.V. è una tecnica spettroscopica molecolare comunemente utilizzata in chimica analitica

Per comprendere la motivazione per la quale alcuni composti sono colorati mentre altri non lo sono e per determinare la correlazione tra coniugazione e colore, si devono effettuare misure accurate di assorbimento della luce a diverse lunghezze d'onda e il prossimità della parte visibile dello spettro elettromagnetico.

La regione dello spettro visibile comprende radiazioni aventi una lunghezza d'onda compresa tra 400 e 700 nm mentre quella del vicino ultravioletto comprende radiazioni da 200 a 400 nm. Le energie correlate a tali radiazioni sono sufficienti promuovere un elettrone dallo stato fondamentale a quello eccitato. I tipi di transizioni elettroniche che possono avvenire in molecole organiche sono mostrate nella seguente figura:

uv

Delle sei transizioni possibili solo le due a più bassa energia possono avvenire con le energie correlate ad una lunghezza d'onda tra 200 e 800 nm.

Quando una molecola interagisce con una radiazione avente un'energia compatibile con una transizione elettronica tale energia viene assorbita con conseguente promozione di un elettrone a un livello a maggior energia. Uno spettrometro ottico rileva le lunghezze d'onda a cui avviene l'assorbimento unitamente al grado di assorbimento a ciascuna lunghezza d'onda. Si ottiene uno spettro in cui viene riportata in ascissa la lunghezza d'onda e in ordinata l'assorbanza come nello spettro rappresentato in figura.

sperrto uv

In genere i valori di assorbanza oscillano tra 0 ( nessun assorbimento) a 2 ( 99% di assorbimento della radiazione). Poiché l'assorbanza è proporzionale al numero di molecole che assorbono ovvero alla sua concentrazione molare viene utilizzata l'assorbività molare confrontare spettri di composti diversi. L'assorbività molare ε è definita come:

ε = A/ c l

dove A è l'assorbanza, c è la concentrazione molare e l è la lunghezza del cammino della luce che attraversa la cuvette espressa in cm.

ADVERTISEMENTS

Tabella

Si riportano in tabella le lunghezze d'onda a cui alcuni gruppi cromofori assorbono unitamente al tipo di eccitazione che subisce l'elettrone:

Cromoforo

Esempio

Eccitazione

λmax, nm

ε

solvente

C=C Etene π→π* 171 15000 esano
C≡C 1-etino π→π* 180 10000 esano
C=O etanale n→ π*π→π* 290180 1510000 esano
N=O nitrometano n→ π*π→π* 275200 175000 etanolo
C-Br bromometano n →σ* 205 200 esano
C-I iodiometano n →σ* 255 360 esano
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Dalla tabella si rileva che i gruppi in grado di assorbire la luce avente lunghezza d'onda tra 200 e 800 nm contengono elettroni π e eteroatomi aventi doppietti elettronici solitari. I doppietti elettronici solitari dell'ossigeno contenuto negli alcoli e negli eteri non danno luogo ad assorbimento al di sopra di 160 nm  e pertanto tali sostanze possono essere usate negli studi spettroscopici quali solventi.

Coniugazione dei cromofori

Particolare importanza, in tale tipo di spettroscopia è la coniugazione dei cromofori ovvero la possibilità di formare orbitali molecolari di tipo π ai quali partecipano più di due atomi. La coniugazione di due o più cromofori provoca uno spostamento dell'assorbimento verso maggiori lunghezze d'onda e di regola un aumento dell'intensità dell'assorbimento; produce cioè un effetto ipercromico e batocromico. Queste variazioni sono sensibili solo se si verificano alcune condizioni:

  • La coniugazione deve essere effettiva, cioè tra un cromoforo e l'altro non ci deve essere più di un doppio legame
  • I livelli energetici dei due cromofori devono essere piuttosto vicini in modo che ci sia una buona sovrapposizione degli orbitali

Sperimentalmente si è trovato che per ogni doppio legame che estende la coniugazione si ha un effetto batocromico di circa 40 nm sull'assorbimento del cromoforo; tale regola vale comunque per i primi termini della serie.

La conformazione sterica della molecola ha una notevole influenza sia sulla posizione della Λmax di assorbimento sia sull'intensità di tale assorbimento; passando dalla conformazione transoide a quella cisoide si ha, oltre a un evidente effetto batocromico, un notevole effetto ipocromico ( l'intensità dell'assorbimento si riduce di circa ¼). Tale effetto è spiegabile in termini di minore sovrapposizione di legami π sia leganti che antileganti nel caso della struttura cisoide e, quindi, di una minore differenza di energia tra gli orbitali molecolari.

La diminuzione d'intensità è determinata da differenze del momento dipolare delle due molecole: tale momento è maggiore nell'isomero trans che nell'isomero cis, onde la transizione è più intensa nel primo.

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Tags: assorbanzaconiugazione dei cromoforilunghezza d'ondaorbitali molecolari

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Massimiliano Balzano, ideatore e creatore di questo sito; dottore di Scienza e Ingegneria dei Materiali presso l’Università Federico II di Napoli. Da sempre amante della chimica, è cultore della materia nonché autodidatta. Diplomato al Liceo Artistico Giorgio de Chirico di Torre Annunziata.


Maurizia Gagliano, ha collaborato alla realizzazione del sito. Laureata in Chimica ed iscritta all’Ordine professionale. Ha superato il concorso ordinario per esami e titoli per l’insegnamento di Chimica e Tecnologie Chimiche. Docente.

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